giovedì 26 giugno 2014

Immunità parlamentare: la legge non è uguale per tutti

Per non
dimenticare
Le riflessioni urgenti
e importanti che l'Associazione Antimafia pone sono molteplici; ma vorrei iniziare dal principio, quando dal Governo Prodi fu introdotta la "moneta unica: l'Euro €". Spero tutti ricorderanno come sia il Governo di maggiornanza (attuale partito democratico), e a seguire dopo pochissimo l'ex "PDL, oggi rinominato con FI, Forza Italia", abbiano stesse colpe:

Sia la sinistra che la destra politica italiana, mostrarono subito il loro punto di debolezza: non informare i cittadini del cambio moneta (raddoppiato); quello che in Lire pagavi con cinquanta lire (50 lire), con l'entrata dell'euro veniva venduto e pagato con un euro (1 €), da tute le attività commerciali, sia private che statali. Poi, e con ritardo si aggiunse una ulteriore spesa per i cittadini italiani dove l'ex Governo presieduto da Silvio Berlusconi fece recapitare a casa, nel proprio domicilio una lettera (molto tardiva), con una calcolatrice che informava gli italiani del cambio dalla Lira a l'Euro. Questo problema ha giovato a tutti i commercianti e la politica locale o nazionale non ha messo rimedio. La differenza sostanziale si poteva notare in modo abnorme sulle buste paghe, dove tutti i lavoratori (privati o statali), si vedevano dimezzato il reddito mensile, con la differenza (già menzionata), del dover pagare il doppio su qualsiasi acquisto.
Arriva la crisi definita "internazionale", anche se io personalemente ritengo che la crisi la debba gestire singolarmente ogni Stato, sia appartenente alla Comunità UE o no!
E' storia che non voglio ripere, tutti sappiamo che la crisi italiana non è stata causata da "scontrini o fatture fiscali" non denunciate, semmai un regalo alle multinazionali bancarie che avevano perso capitali ingenti per loro cattiva gestione, per poi far ricadere il tutto con la famigerata "crisi internazionale, da origini USA, americane".
Arrivando ai giorni nostri possiamo dire che la e le politiche italiane non hanno fatto un emerito cazzo per evitare questa catastrofe, dove le piccole e medie imprese crollano e/o falliscono, il lavoro per i giovani diventa impossibile raggiungerlo, inoltre la vendita dei "Beni Culturali Italiani", scontati con briciole per essere vendute a Stati stranieri.
In tutto questo marasma di soldi e scandali che hanno visto i nostri politici in prima fila a livello mondiale, adesso arriva l'ennesima beffa:
"L'imnunità dei parlamentari e politici tutti", non come all'origine della sua vita ma semmai all'opposto! Il politico che delinque, inquisito giudizialmente, condannato penalmente in via definitiva, deve ancora avere l'approvazione politica per andare in galera; dunque la risposta insindacabile del Parlamento che può a suo piacimento decidere se chi è Reo di delitto grave (di qualsiasi natura si tratti), debba passare prima sulle sue mani, e... la magistratura può e deve attendere e subire. L'attuale regolamento impone al PM, al magistrato che indaga un politico per fatti delittuosi (non di opione, non di diffusione di libera espressione), come furto di denaro pubblico, turbativa d'asta, falso in bilancio, furto, omicidio, evasione fiscale, etc. etc., devono prima essere vagliati dai parlamentari per confermare o meno quanto gli inquirenti hanno provato dopo lunghe indagini che come soggetto trattasi di un uomo che ricopre una carica politica.
In tutto questo merdaio ecco spuntare più che mai le organizzazioni mafiose che fanno manbassa!
perchè avere uno Stato dove gli stessi legislatori non rispettano le regole sono i primi a nutrirsi di questi per collusioni e collaborazioni per creare un unico mondo: far cassa, far denaro sporco, rubare ai cittadini onesti, legalizzando l'onestà dello Stato che non c'è per renderlo maggiormente malleabile, plasmabile nelle compravendite di dipendenti dello Stato: sia essi comunali, provinciali, regionali o goveno centrale, con il raggiungimento dell'unico scopo del maggior denaro e controllo dei territori; controllo dei politici corrotti con le mafie e controllo degli appalti di ogni genere da spartire con le loro famiglie di merda mafiosa!
Questa è la mia riflessione ma non conclusione, perchè ogni cittadino onesto che conosce discriminanze, vantaggi a persone che non sono qualificate per incarichi lavorativi che ricoprono, ma semmai perchè "amici, parenti di tizio o caio", devono urlare e condannare questi delitti! Diversamente rimarranno complici di una amministrazione locale o nazionale che nulla fa se non rubarli i soldi con tasse e tributi non dovuti.
A VOI LA SCELTA!:
Cambiare e combattere le mafie per sconfiggerle, oppure subire supini a 90° gradi dicendo sempre si allo pseudo politico, di fatto legato a organizzazioni criminali delittuose?:
DIRE NO!

ORA DECIDO IO!
BASTA INGIUSTIZIE!
FUORI LA MERDA MAFIOSA DALLO STATO ITALIANO!

La Legge non è uguale per tutti

"Le immunità parlamentari secondo la Costituzione italiana. Il conflitto di attribuzione. L'articolo 68 nella sua formulazione originaria. I decreti attuativi.

L'inviolabilità - Il secondo comma dell'articolo 68 della Costituzione stabilisce che «senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza». «Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza» - aggiunge il terzo comma dello stesso articolo. Queste garanzie, che danno vita alla immunità parlamentare dell'«inviolabilità», hanno lo scopo di evitare che attraverso pretestuosi atti giudiziari nei confronti di singoli parlamentari si possa turbare la libera esplicazione del loro ufficio e, nei casi più gravi, si venga ad incidere sulla stessa composizione dell'Assemblea.