venerdì 30 ottobre 2015

Ignazio Marino ritira le dimissioni e sfida Renzi. Mossa anti-sindaco del Pd, Orfini a consiglieri “Rimettete mandato”

Ignazio Marino e Matteo Orfini
Considerazioni Antimafia (Sardegna):
"Dopo scandali e denunce il sindaco di Roma Ignazio Marino, forte del sostegno del Presidente del Consiglio Matteo Renzi finge di dimettersi per poi risorgere senza nessuna legittimazione. In tanti in Italia direbbero che si tratta di una "smorfia napoletana", una "barzelletta detta male", ma purtroppo è la vera realtà: Matteo Renzi dopo lo scandalo di "mafia Capitale e i pseudo scontrini non pagati da Ignazio marino", gli dichiara ufficialmente il funerale, riferendogli tramite il suo lecca zerbino Matteo Orfini, che deve dimettersi, ora e subito!
(Link: Mafia Capitale).

Ovviamente Ignazio Marino controbatte e organizza una manifestazione pro-marino, Marino resisti! Marino! Siamo tutti Marino, non dimetterti!... e bla, bla. Conosciamo quanto accaduto sotto le scalinate del Campidoglio. Il problema reale, serio, che i politici non comprendono sono tanti: a noi non interessano le schermaglie, e prese per i fondelli tra politici dello stesso partito, o differente (poco importa); Il Popolo Sovrano attende e da tanto e forse troppo tempo I FATTI CONCRETI!"

Ignazio Marino ritira le dimissioni e sfida Renzi. Mossa anti-sindaco del Pd, Orfini a consiglieri “Rimettete mandato”
A Roma tra il primo cittadino e il partito è scontro frontale: "Voglio una discussione franca in consiglio comunale. Ripristinata la legalità". Ma molti assessori lasciano il mandato, compreso Sabella: "Torno a fare il magistrato". Sel: "Si stanno prendendo una responsabilità importante perché di fatto è una sfiducia che avviene ad opera di un intervento del governo e del premier". Intanto sono pronte le dimissioni di 25 consiglieri, con la minoranza in soccorso dei dem.


Sul Campidoglio lo scontro diventa frontale. Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha infatti ritirato le dimissioni che aveva presentato il 12 ottobre al culmine della polemica su scontrini e rimborsi di pranzi e cene. Ma la questione ora è diventata tutta politica.

domenica 20 settembre 2015

Matteo Renzi e il babbo Tiziano Renzi: affari e mafia di famiglia

"A Sanremo e Fasano, in provincia di Brindisi, il padre del premier ha fatto parte della delegazione di imprenditori che vuole edificare due outlet del gruppo The Mall.
Matteo Renzi e il papà Tiziano Renzi
Un affare milionario tra società schermate e personaggi di spicco del renzismo."

Matteo Renzi e il babbo Tiziano Renzi
Settembre 2014, Sanremo. Nel suo ufficio a palazzo di città, il neo sindaco Alberto Biancheri riceve una folta delegazione: imprenditori, proprietari di terreni e commercialisti. Sul tavolo, la proposta di realizzare un outlet della moda di lusso nel comune ligure. Parlano, espongono il progetto, si confrontano. In un angolo della stanza, in disparte, un uomo non più giovane ascolta interessato. Non parla, né si presenta. Marzo 2015, Fasano, provincia di Brindisi. La scena si ripete. Codazzo di abiti scuri e ventiquattrore, il sindaco Lello Di Bari dietro la scrivania, gli affari sul tavolo, il centro commerciale nei progetti. Poi quel signore. Cappello a falde larghe e occhiali scuri. In silenzio. Personaggio d’altri tempi e d’altre suggestioni. Gli incontri pre business finiscono e dopo qualche giorno Biancheri e Di Bari vengono informati che l’uomo era Tiziano Renzi.
Alberto Biancheri
Mi hanno detto che era consulente per gli aspetti riguardanti il marketing”, spiega il ligure Biancheri. “Non so perché fosse lì”, dice invece il primo cittadino di Fasano. Così in questa storia di affari di certo restano due fatti: Renzi senior, che interpellato da Il Fatto Quotidiano chiude la conversazione senza nemmeno voler ascoltare le domande, e una serie di società panamensi, cipriote e lussemburghesi dietro le quinte di parte del progetto. I protagonisti sono la holding francese Kering fondata dal magnate innamorato dell’Italia François Pinault e un gruppo di imprenditori riconducibili al mondo degli affari fiorentino. Tiziano Renzi, che mette la sua faccia sulle trattative per il via libera alla realizzazione dei nuovi outlet è solo la punta di un iceberg intorno al quale ruota un’intricata ragnatela di affari e di nomi più o meno noti del giglio magico. Dall’ex numero uno delle partecipate pubbliche fiorentine Andrea Bacci all’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi.

In principio, va detto, fu Firenze. Che con Sanremo e Fasano (con i suoi tanti resort a 5 stelle) condivide i turisti che non badano a spese quando quando si tratta di capi d’alta moda. L’ideale per il colosso mondiale del lusso che negli ultimi 15 anni ha rilevato importanti marchi di ciò che restava del made in Italy, a partire dalla maison fiorentina Gucci. E qui vuole continuare a crescere, visto che The Mall, il suo centro commerciale di Leccio Reggello in provincia di Firenze, si è rivelato un investimento di grandissimo successo: soltanto nel 2014 ha generato ricavi per oltre 17 milioni di euro, con un incremento del 61,5% sul 2013. Merito degli oltre 3,2 milioni di visitatori all’anno, quasi mezzo milione in più della galleria degli Uffizi. Naturale che il gruppo francese abbia deciso di replicare il modello. L’Italia, tuttavia, oltre che della moda e dell’arte tanto amate da Pinault, è anche il Paese della burocrazia e dei tempi biblici. Tanto da rendere preziosissimo l’aiuto di quelli che in gergo si chiamano sviluppatori: imprenditori che trovano il luogo, incontrano i sindaci, creano società ad hoc, promettono ricadute economiche e occupazionali sul territorio, sbrigano le pratiche burocratiche con l’ausilio di gente del posto che conosce e sa muoversi e, ottenuti i permessi, costruiscono i centri commerciali. Poi li rivendono o riaffittano, chiavi in mano, al committente.
Poco importa se si sacrifica la trasparenza: delle società che hanno gestito le operazioni di Firenze, Sanremo e Fasano non si possono conoscere tutti i proprietari, perché una parte delle azioni hanno fatto o fanno capo a imprese con sedi a Cipro, Lussemburgo o Panama. Il ruolo di Renzi senior, poi, non è chiaro.
Non compare ufficialmente, ma c’è. A Sanremo, come a Fasano. Non si sa se anche a Leccio Reggello dove i Renzi sono padroni di casa: Tiziano è stato capogruppo e segretario del Pd a Rignano sull’Arno, a un tiro di schioppo, mentre sua madre risiede a Reggello e Matteo, prima di diventare sindaco di Firenze, dal 2004 al 2009 è stato presidente della Provincia. In ogni caso Luigi Dagostino, il deus ex machina dei piani di sviluppi degli outlet, ha detto al mensile fasanese Osservatorio che “io con Matteo e Tiziano Renzi sono amico da ben 25 anni. Li frequento da quando Matteo non era neanche in politica. Con Tiziano Renzi abbiamo solo rapporti di pubblicità, ma mi lega una profonda amicizia. Quando sono venuto in Puglia, durante la campagna elettorale per le regionali, Tiziano Renzi, che fa anche politica, è venuto con me perché aveva alcuni incontri in Puglia”. Mentre il primo cittadino di Sanremo riferisce di aver inteso che il padre del premier ha un ruolo in particolare sull’organizzazione delle trasferte dei crocieristi verso l’outlet.

Ma all'ombra del marketing di Tiziano Renzi l’amico Dagostino, barlettano di nascita e toscano di adozione, negli ultimi anni oltre che di permessi, carte bollate e trattative, si è occupato di trasferimenti societari. Dall'Italia a Cipro, Panama, Lussemburgo e ritorno. L’ultimo in ordine cronologico riguarda la Egnazia Shopping Mall di Firenze, nata nel febbraio 2015 con la regia di Dagostino per costruire e gestire l’outlet di Fasano. Tra i suoi azionisti hanno figurato con oltre il 30% del capitale, la Torrado Holdings e la Tressel Overseas, entrambe di stanza a Panama. Accanto a loro Andrea Bacci, l’imprenditore di Rignano sull’Arno che Matteo Renzi ha spesso scelto per guidare le partecipate della Provincia e del Comune di Firenze. Oltre ad essere stato, nel 1993, socio di Renzi senior nella Raska e, nel 2011, uno dei tre amici che hanno prestato dei soldi al padre del premier, versandoli su un libretto di pegno da 75mila euro con cui Tiziano Renzi ha rimpiazzato l’ipoteca sulla casa di famiglia (“Ho successivamente restituito il denaro con altri assegni, in maniera da rendere tutto tracciabile”, ha detto Renzi senior ai pm titolari dell’inchiesta Chill Post). A proposito di abitazioni, poi, l’impresa edile di Bacci nel 2004 ha effettuato i lavori di ristrutturazione nella villa del presidente del Consiglio a Pontassieve.
Uno di famiglia, insomma. E non solo. Bacci, quando è numero uno della Florence Mutimedia creata da Renzi, diventa l’ufficiale di collegamento tra l’allora presidente della Provincia di Firenze e Denis Verdini. Anche questa è una storia di marketing, ma più virata sull'acquisto di pagine di pubblicità istituzionali sul giornale dell’ex braccio destro di Berlusconi da parte dell’ente pubblico.

Ma non finisce qui.Tra gli amministratori della società che vuole realizzare l’outlet di Fasano, spicca il nome di Lorenzo Rosi, ex presidente della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, lo stesso istituto di credito in cui Pierluigi Boschi, il padre del ministro delle Riforme, è stato vicepresidente prima che Bankitalia procedesse con il commissariamento per “gravi perdite del patrimonio”. Rosi è stato anche amministratore di società partecipate impegnate nella realizzazione di centri commerciali, come Pescara Outlet detenuta al 50% con Unieco e liquidata a fine 2014. Ma quello che è stato segnalato nell'ambito del caso Banca Etruria è la concessione di finanziamenti milionari in conflitto d’interesse alla cooperativa di costruzioni La Castelnuovese di San Giovanni Val d’Arno, di cui Rosi è stato presidente fino a luglio 2014. E che figura tra gli azionisti di Egnazia, sempre la società che sta portando avanti il progetto The Mall a Fasano.

Meno nomi noti, ma schemi analoghi per le due società che si sono occupate rispettivamente di ampliare il primo Mall di Kering, quello fiorentino, e di ottenere il via libera a quello sanremese. A gestirle sono stati infatti lo stesso Dagostino e l’aretino Marcello Innocenti, destreggiandosi abilmente in trattative con i francesi. Dai quali nel 2012 è stato comprato un terreno a Reggello per 5,7 milioni poi riaffittato a Kering per 1,35 milioni annui previa intestazione della proprietà a una società cipriota, la realizzazione del fabbricato e, soprattutto, l’ottenimento di tutti i permessi per l’attività commerciale. Con tanto di previsione di un incentivo economico per ogni metro quadro di ampliamento della superficie di vendita netta del nuovo edifico autorizzato. Invece nell’operazione sanremese Kering, che interpellata in merito da ilfattoquotidiano.it non ha voluto fornire chiarimenti sui suoi rapporti con Dagostino,  è entrata a cose fatte a dicembre 2014.
Il gruppo francese ha rilevato l’azienda sviluppatrice del progetto – passato anche per le mani della famiglia del segretario provinciale di Vercelli della Destra, Franco Caserta - direttamente in Lussemburgo, da una società controllata da Panama. Sotto la cui regia il contestato Mall sanremese ha preso la scossa ed è andato a segno dopo che era rimasto per anni nel cassetto del sindaco. Magie del marketing.
(Fonte: IlFattoQuotidiano.it)

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mercoledì 16 settembre 2015

Beni sequestrati alla mafia. Non si fermano le indagine. Il gudice Silvana Saguto si dimette.

"Il presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo si dimette dall'incarico dopo essere stata coinvolta nell'inchiesta della procura di Caltanissetta per corruzione, induzione e abuso d’ufficio"

Aveva detto di poter chiarire la sua posizione in breve tempo. Intanto però Silvana Saguto, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, il magistrato che dal 2010 gestisce un patrimonio miliardario composto dai beni sottratti ai boss mafiosi, si è dimessa dall'incarico. La donna che Gian Carlo Caselli definì “la più importante, dal punto di vista economico, della città”, perché dal Palazzo di giustizia “gestisce capitali enormi”, ha scelto di fare un passo indietro dopo essere stata travolta dall'inchiesta della procura di Caltanissetta.
Un’indagine per corruzione, induzione e abuso d’ufficio che a Palermo ha scatenato un vero e proprio terremoto.
Silvana Saguto
A dare notizia delle dimissioni del magistrato indagato è il presidente del tribunale di Palermo Salvatore Di Vitale, che ha “preso atto della disponibilità della dottoressa Saguto a essere destinata ad altra sezione del Tribunale”. Dimissioni, quelle della Saguto, che servono a garantirela continuità e la piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa”. Il presidente del Tribunale di Palermo ha sottolineato che “il provvedimento mira anche ad agevolare i doverosi accertamenti in corso che potranno svolgersi in un clima di serenità idoneo a favorire più dettagliati approfondimenti”.

Due giorni fa, dopo la diffusione della notizia sull’indagine, lo stesso Di Vitale aveva annunciato di avere “emesso, in data odierna, un provvedimento con il quale ha disposto una diretta e definitiva verifica. Tutti i dati emersi fino a questo momento sono stati comunicati al Csm e al Ministero”. E mentre l’incarico della Saguto è stato preso da Mario Fontana, l’indagine dei pm nisseni si è allargata. Insieme alla Saguto sono indagati l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, uno dei principali amministratori giudiziari della città, e l’ingegnere Lorenzo Caramma, marito del magistrato e collaboratore dello studio di Cappellano Seminara.
Secondo gli inquirenti ammonterebbero a 750 mila euro in dieci anni l’ammontare delle consulenze concesse da Cappellano Seminara al marito della Saguto.
Don Luigi Ciotti

I pm nisseni guidati da Sergio Lari (che tra qualche giorno passerà a fare il procuratore aggiunto mentre l’interim spetterà a Lia Sava) stanno passando al setaccio documenti e fotografie acquisite nel sequestro di due giorni fa.
Un figlio della Saguto è poi chef all’hotel Brunaccini, di proprietà della famiglia Cappellano Seminara.
E questo quello che sospettano gli investigatori: che la gestione dei beni confiscati sia stata un vero e proprio affare di famiglia per la Saguto.
(fonte: ilfattoquotidiano.it)

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martedì 15 settembre 2015

‘Ndrangheta, 41 arresti “Con gioco online abusivo ripulivano denaro sporco”: e la Corte di Cassazione accoglie ricorso ed annulla sequestro preventivo imposto ad esercizio commerciale

Sequestrata la società Betuniq, altre aziende e 1.500 punti scommesse, per un valore di 2 miliardi di euro. Le scatole cinesi con server all'estero erano state create ad hoc per raccogliere le giocate aggirando la legge italiana. Dietro il business la cosca Tegano. In manette tra gli altri Mario Gennaro, ritenuto il dominus dell'organizzazione criminale e legato al boss Giorgio Benestare

"Un giro d’affari di diversi miliardi di euro. È con il gioco online che la ‘ndrangheta ripuliva i soldi sporchi facendoli passare da Malta e da altri paradisi fiscali come le Antille olandesi, Panama e la Romania. In tutto sono 41 gli arresti disposti dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, che ha stroncato un’associazione a delinquere di stampo mafioso con proiezione transnazionale che si è servita di società estere di diritto maltese per esercitare abusivamente l’attività di gioco e delle scommesse in Italia. In tutto sono 56 le società coinvolte nell'inchiesta, denominata “Gambling”, che ha portato al sequestro preventivo per un valore di 2 miliardi di euro.

Stefano Musolino [Magistrato]
Fondazione Progetto Legalità - Paolo Borsellino


Il blitz interforze è scattato prima dell’alba. Complessivamente sono 128 gli indagati. Tra questi 28 sono finiti in carcere, 13 agli arresti domiciliari, 5 sono stati raggiunti dall’obbligo di firma e 5 dal divieto di dimora. Su richiesta del procuratore Federico Cafiero De Raho e dei sostituti Giuseppe Lombardo e Stefano Musolino ,
sono state sequestrate anche la società Betuniq e le scatole cinesi create ad arte per riciclare il denaro sporco della ‘ndrangheta.
Undici tra le società coinvolte avevano la sede all'estero (sei a Malta, una in Austria e due in Romania), ma il centro decisionale e operativo era a Reggio Calabria. Dalla città dello Stretto, in sostanza, la cosca Tegano gestiva il business delle scommesse. Che ha visto coinvolte anche 45 imprese in Italia, sequestrate assieme ai 1.500 punti commerciali e agli 82 siti nazionali e internazionali."
(fonte: ilfattoquotidiano.it)

SORPRESA!
"BetuniQ. La Corte di Cassazione accoglie ricorso ed annulla sequestro preventivo imposto ad esercizio commerciale.
Nuovo successo della UniqGroup LTD dinanzi agli Ermellini.
I giudici del Supremo Consesso hanno annullato un sequestro preventivo confermato in precedenza dal Tribunale di Napoli in sede di appello cautelare.
La difesa del C.T.D. rilevava con il gravame proposto al collegio partenopeo, come quest’ultimo (nella fase del riesame) avesse sancito la discriminazione patita dall'azienda maltese nel tentativo della sua partecipazione alla gara indetta con il bando “Monti”. Nel contempo, si dimostrava che il gestore si era attivato nel richiedere l’autorizzazione prevista dall'art. 88 T.U.L.P.S. e che quindi si palesasse iniquo il vincolo ablatorio applicato all'immobile.
L’assenza di qualsivoglia ragione procedurale funzionale ad esigenze di carattere investigativo, oltre alla mancanza di indizi, non potevano suffragare il fumus del reato contestato.
Il Procuratore Generale
rimarcava come non potesse giustificarsi la compromissione di un’attività imprenditoriale sottesa alla colpevole inerzia -da parte della pubblica amministrazione- nel rilascio della licenza di polizia condivideva tutte le doglianze contenute nel ricorso e censurando radicalmente il sequestro.
società Betuniq
La III sezione penale della Corte Suprema di Cassazione, aderendo alle argomentazioni dei legali della UniqGroup LTD, ha cassato il provvedimento impugnato, annullando il sequestro preventivo applicato all’esercizio commerciale del C.T.D. campano con marchio “BetuniQ"
(fonte: PressGiochi.it )


P.S.: in sintesi, tutto il lavoro degli investigatori, magistrati non è servito a nulla in base a delle leggi vigenti che per coloro che possiedono "tanto denaro", la fanno franca, ne escono puliti e con non solo la restituzione del dolo, reato quantificato in beni immobili, ma anche con scuse e interessi maturati in base al periodo trascorso.
Questa è la nostra Italia!

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domenica 13 settembre 2015

Matteo Renzi vola con l'Airbus 330 della Repubblica Italiana a New York: prerogativa di Stato perché devo guardare la finale di tennis femminile.

Lo sfruttamento di una foto dove ritrae un bimbo morto  e la moda che segue nella finta UE; mentre Matteo Renzi spreca il nostro denaro pubblico per guardare "le palle del tennis".

Lo sfruttamento di una foto dove ritrae un bimbo morto
e la moda che segue nella finta UE;

mentre Matteo Renzi spreca il nostro denaro pubblico per guardare

"le palle del tennis".
Matteo Renzi utilizza l'aereo di Stato per una partita di tennis





Matteo Renzi vola con l'Airbus 330 della Republica Italiana a New York: prerogativa di Stato perché devo guardare la finale di tennis femminile.


"Il premier acquista un nuovo aereo per i voli di Stato (200 milioni di euro in leasing la spesa) e vola a New York per la finale degli Us Open di tennis tutta italiana tra la Pennetta e la Vinci, cancellando gli appuntamenti a Verona alla fabbrica della Coca Cola e a Bari per l'inaugurazione della Fiera del Levante. E scoppia subito il caso politico."



*Questo video fa comprendere quanto sia grande e dispendioso l'aereo di Stato Airbus 330,
Pensiamo solo alle modifiche che sono state fatte al suo interno. :-(


Non ho parole per aggiungere altro se non il mio sdegno.

Utilizzare l'ultimo aereo di Stato commissionato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi è un pugno nello stomaco, e per altri forse in altri luoghi del nostro organismo.

Airbus330, confezionato su misura per eventi di calamità militare e di urgenza internazionale, diventa ora la passeggiata normale e dovuta del nostro attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi, avendo (come già detto in altre dichiarazioni pubbliche precedenti), di utilizzare qualsiasi mezzo di trasporto a sua disposizione perché previsto dalle sue mansioni.

Grasso che cola e tanto, da un uomo che dovrebbe rappresentare la politica della sinistra italiana. Non per nulla gli altri vertici, o forse dovremmo dire i pseudo e antiquati vertici del PD, stanno in religioso silenzio: (non elenchiamo i lecca culo da quando si è insediato illecitamente iu Parlamento), intendiamo i veterani come Fassino, D'Alema, Finocchiaro, Letta, Prodi, Bersani e tanti altri che stanno nel loro angolino politico ad ascoltare, vedere criticare ma senza minimamente intervenire in tutto quello che l'attuale Presidente del Consiglio italiano decide. Ovviamente semplice la risposta e non voglio annoiarvi su questo: tutti d'accordo!?

Si!!!!


Interno passeggeri de l'Airbus 330
Male che vada delle esternazioni alla D'Alema che gli vanno contro, ma sempre di PD si tratta e nessuno ad oggi ha le palle per denuciare il fallimento perchè?

Dimentichiamo le poltrone? No!

Dimentichiamo i porta borse?

No!

Dimentichiamo i consulenti?

No!

In pratica non dimentichiamo nessuno, almeno sulla carta, però però rimane il fatto che Matteo Renzi utilizzando l'ultimo prototipo appena inaugurato della compagnia Alitalia "Repubblica Italiana - Airbus330"; perfettamente personalizzato per le uniche alte cariche dello Stato Itaiano: Presidende della Repubblica (Mattarella: che quello firma tutto basta che sia Renzi a presentarlo), Presidente del Consiglio dei Ministri (spesso chiamato per leccaggine giornalistica 
"Primo Ministro", facendo finta di dimenticarsi che tale carica e titolo esiste solo in Gran Bretagna (Regno Unito d'Inghilterra).

In questo troppo breve articolo non vogliamo scoraggiarvi su come vengono spesi i soldi italiani, ma una somma del denaro speso per il viaggio, permanenza, uomini addetti alla scorta, porta borse, interprete, segretario personale e tanti altri che il protocollo prevede e dove Matteo Renzi non si è fatto mancare nulla... bene,

Ammonta per una cifra in denaro che potrebbe salvare, far vivere decorosamente tre (3) famiglie italiana con età di 18/20 anni eppure figli a carico. Riuscirebbe la totale spesa a sopperire non solo all'acquisto della prima casa ma al totale mantenimento vita natural durante, dunque: lavoro, pensione, liquidazione pensionistica, pagamento della casa in toto, acqua, luce e gas tutto incluso, sufficiente pure per vivere, crescere gli stessi figli per la generazione prossima. Sono molti soldi? 

Tutto questo per sole tre famiglie italiane.

No per Renzi, meglio una partita a palline da tennis!



Sarebbe bastato pagare i tantissimi bisognosi italiani in difficoltà economica e come una magia si potrebbe manifestare "il mago della sinistra italiana".

Non esistendo questo, i nostri politici non eletti dal Popolo Sovrano, mangiano a più non posso, facendo tra di loro lo scarica barile di turno: non serve ad altro che far incacchiare maggiormente i cittadini onesti, pagando tasse esorbitanti e non dovute.

A Voi le riflessioni per una pallina che passa da una sponda all'altra.

Questa è l'italia che Noi e Voi accettiamo con genuflessione, ma fino a quando!?






Volutamente non citiamo le critiche della pseudo opposizione politica, ma ci limitiamo a informarvi lasciandovi anche degli utili indirizzi della rete internet.



Ops! dimenticavamo:

ovviamente la struttura interna dell'aereo è TOP SECRET (tutto segreto): arredi, lusso, ultima tecnologia informatica e tanto altro che il contro spionaggio italiano ovviamente nasconde. Si sa che il Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi è oggetto di... mumble.... ok... mi sfugge la motivazione... a voi le riflessioni.

P.S.: la foto dove viene sovrapposto il povero corpo del bimbo morto mentre Matteo Renzi scende la scalinata dell'aereo non è provocatoria: pensate forse che gli Stati membri dell'UE siano stati mossi da questo? No, tutto orchestrato e manipolato. Quanti i centinaia di bimbi morti in modo atroce mentre attraversavano il mare che dalla Libia li avrebbe dovuti portare in Italia? Gettati in mare dagli stessi scafisti perché disturbavano; morti all'interno delle barche causa le inalazioni di gas mortali; peggio ancora, asfissiati dai gas e bruciati dai motori che non hanno retto. Di tutti questi non esiste traccia anche se le fotografie non mancano per documentarlo, per questo ancora: meditate meglio del come la pseudo UE (Unione Europea), abbia cambiato strategia, però ognuno a suo piacimento, accogliendo o no le persone profughe che realmente fuggono da una situazione di guerra nel loro Paese.



*Link per approfondire l'argomento trattato:


mercoledì 26 agosto 2015

SENZA PAROLE: I mafiosi di merda dei Casamonica prendono per il culo tutti, a suon di denaro e minaccie.


Non voglio aggiungere altro a quanto accaduto per i funerali del mafioso merdoso Vittorio Casamonica.
Carro funefre del merdoso mafioso Vittorio Casamonica

Carro funefre del merdoso mafioso Vittorio Casamonica
I fatti parlano chiaro e nessuno deve essere esente da responsabilità:

tutti sapevano e nessuno è intervenuto. Roma mafiosa!?

Se vi erano dei dubbi o perplessità, ora arriva la conferma della "merda mafiosa che cade dal cielo sotto forma di petali di Rosa".

Vi lascio con i link che ho trovato più significativi, o forse anche stupidi, perchè non denunciano realmente le responsabilità politiche!:
Clan dei Casamonica: i merdosi.
Il Movimento 5 Stelle denuncia Alfano e MarinoCasamonica, Don Ciotti.



In Onda: i funerali del merdoso mafioso Casamonica



Basilica di San Giovanni Bosco (Roma)